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MAQUETTE (BOZZETTO o MODELLO)
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Dopo che l'Amministrazione postale ha scelto il soggetto da rappresentare sul francobollo, chiede ad uno o più artisti di proporre dei progetti. I differenti disegni originali presentati, spesso in più versioni, sono sottoposti all'Amministrazione che ne sceglie uno. Questo progetto, modificato, completato o rettificato a seconda dei casi, serve da bozzetto; dopo che il bozzetto del disegnatore è stato scelto per diventare francobollo, lo stesso artista produce un disegno di dettaglio utilizzando acquerello, matita o inchiostro; questo è di norma 6 volte più grande dell'immagine finale del francobollo, ad es. per un disegno di 22 x 36 mm, il lavoro misura 132 x 216 mm.

Questo lavoro, molto raramente viene osservato sul mercato filatelico e, dal 1960 in poi, sicuramente tutto il materiale prodotto è stato trattenuto dall'Amministrazione e viene custodito nel Museo Postale.

Prima del 1960, invece, i bozzetti e gli schizzi dei francobolli erano restituiti agli artisti che li avevano realizzati, per cui spesso si trovano sul mercato filatelico un gran numero di bozzetti relativi a questo periodo; molti di essi, tuttavia, sono dei falsi.

In una fase successiva, il disegno di dettaglio viene fotografato e ridotto alla misura del francobollo. Queste foto vengono talora usate per pubblicizzare l'emissione e possono essere di poco differenti rispetto al francobollo definitivo (fig. B10).

Prima che inizi l'incisione, una lastra di acciaio dolce di 70 x 80 mm, viene rivestita da un sottile strato di rame e questo viene a sua volta ricoperto da un film di agente fotosensibile (ad es. il bromuro di argento), che permette la realizzazione in reverso dell'immagine fotografica a misura di francobollo. Usando questa immagine come guida, l'incisore può iniziare il suo lungo e difficile lavoro aiutato da un microscopio binoculare (o da una lente d'ingrandimento) e da un bulino (fig. A3).

Durante il suo lavoro, all'incisore occorre controllare il progresso della stessa incisione, apportando via via le modifiche di dettaglio necessarie: si tratta di verificare in successione le fasi di avanzamento dell'incisione. Nascono quindi le Prove di Progresso o di Stato.

Il bozzetto, che i francesi chiamano maquette, è quindi il vero punto di partenza di questo lungo iter che porterà alla nascita del nostro francobollo. Non tutti i bozzetti realizzati dagli artisti daranno origine all'emissione di un francobollo: in non pochi casi, infatti, il disegno resterà tale e non ci sarà un seguito; ciò può avvenire fondamentalmente per due motivi:

Nel primo caso esisterà soltanto il bozzetto e mancheranno tutti i tipi di Prove che sono successive al bozzetto stesso; nel secondo, al contrario, oltre al bozzetto, troveremo una o più Prove con il medesimo soggetto che testimoniano come il processo sia stato interrotto soltanto in una fase successiva a quella iniziale.

In realtà le cose non sono sempre così semplici, nel senso che in taluni casi il bozzetto subirà una serie di variazioni e modifiche che porteranno ad ottenere una versione definitiva così come appare il francobollo emesso e solo in altri casi il bozzetto resterà invariato fino a diventare un francobollo regolarmente emesso. In ogni caso, i bozzetti si ritrovano con una certa difficoltà sul mercato filatelico sia perché sono pezzi unici (anche se esistono dei falsi), sia perché sono relativamente pochi i filatelisti che li collezionano, sia a causa del loro prezzo (spesso non alla portata della maggior parte degli appassionati). Inoltre, i pochi bozzetti disponibili per i collezionisti si riferiscono agli anni che precedono il 1960 con rare eccezioni (fig. B5), in quanto dopo tale data, l'Amministrazione Postale trattiene rigorosamente tutta la produzione dei bozzetti, conservandoli in genere nel Museo Postale.

Non vengono considerate vere e proprie variazioni le modifiche apportate al valore di facciale, in quanto molto spesso, al momento in cui l'artista inizia a creare il bozzetto, può non essere ancora nota in via definitiva la tariffa da applicare al francobollo, oppure è già nota ma verrà modificata in corso d'opera per ragioni diverse; pertanto può verificarsi con una certa frequenza questa discordanza tariffaria e, in alcuni casi in cui non è stata ancora decisa la tariffa dalle Autorità postali, il bozzettista può preferire la dicitura 0,0 o 0,00 (come nel caso illustrato nella fig. B3).

Schematicamente possiamo suddividere i bozzetti in tre differenti tipologie:

Infine, anche le fotografie possono essere utilizzate come punto di partenza per l'incisione del punzone (figg. B11, B11a, B12, B12a).

© Giorgio Leccese
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