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INTRODUZIONE
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Ormai da molto tempo, la grande varietà e bellezza delle Prove e dei Saggi dei francobolli francesi, presenta un notevole fascino e interesse per la maggior parte dei collezionisti, costituendo inoltre motivo di vanto per il buon nome dei commercianti filatelici. La rarità di questi pezzi filatelici spiega in gran parte la loro popolarità che comunque è molto inferiore a quanto ci si potrebbe aspettare, a causa della scarsa conoscenza di essi. Le tirature di queste Prove sono limitate a 20 o talvolta solo 3-5 esemplari, il che spiega la difficoltà a reperirle sul mercato filatelico.

La Francia e le sue antiche colonie o gli attuali possedimenti, hanno generalmente utilizzato due tecniche per la stampa dei loro francobolli: l'héliogravure (fotoincisione, photogravure) e il taille douce (letteralmente incisione dolce), (calcografia, gravure, engraving, recess printing).
Per ogni emissione, l'Amministrazione postale francese incarica un artista di preparare una maquette (bozzetto).

Per le emissioni stampate in héliogravure, la placca di impressione (stampo) è prodotta attraverso un procedimento fotochimico a partire da questo disegno. Al contrario, con il taille-douce, è necessario ricorrere al talento di un incisore, tra i quali sicuramente il più celebre è Czeslaw Slania (figg. A1 e A2), (figg. A20, A21), (fig. A22), (figg. A23, A24), che nel 2000 ha celebrato la sua millesima incisione filatelica. Spesso lo stesso incisore è anche il creatore della maquette: egli riproduce il disegno su un piccolo blocco di acciaio dolce, il punzone (fig. E28) utilizzando una serie di bulini di differente forma (fig. A3). Quest'ultimo viene quindi temperato (o cementato, cioè indurito) (fig. E29) e servirà a produrre lo stampo.

Il punzone, che nella sua forma iniziale è denominato punzone originale o primitivo o primario, può anche mancare del valore di facciale (figg. A4, A5, A6, A7).
Dal punzone primitivo si ottengono, mediante stampa manuale (fig. A25), le Prove di Stato, le Prove d'Artista (fig. A19), i Saggi di Ricezione e le Prove d'Atelier.
Dopo essere stato ultimato dalle sapienti mani dell'artista incisore, il punzone primitivo servirà inoltre per produrre (mediante pressione) una serie di altri punzoni denominati secondari (figg. A8, A9, A10, A11, A12, A13, A14, A15, A16, A17), utilizzati successivamente per stampare le Prove di Colore e le Prove di Lusso.

I diversi tipi di punzone differiscono tra loro per le dimensioni e per lo spessore (fig. A18).
Praticamente impossibili da rinvenire sul mercato, i punzoni realizzati dall'Atelier (in seguito ridenominata Imprimerie, cioè dalla Stamperia Governativa francese, sono di fatto tutti conservati da questa e per nessun motivo possono uscirne.

Differente è invece il discorso relativo ai punzoni prodotti da Stamperie private, come ad esempio l'Institut de Gravure, che, soprattutto negli anni '30 e '40, ha realizzato numerose emissioni filateliche per la Francia e sue Colonie. Questi punzoni sono differenti da quelli dell'Atelier soprattutto per le dimensioni: non avremo più quindi punzoni primitivi che misurano 80 x 70 mm, bensì 69 x 47 mm (figg. A4, A5, A6, A7) o 98 x 70 mm e punzoni secondari (utilizzati ad esempio per le Prove di Lusso) che misurano 79 x 79 mm. Questi punzoni (sia primitivi che secondari) realizzati dall'Institut de Gravure possono essere reperiti sul mercato filatelico, sia pure in quantità molto limitata.

© Giorgio Leccese
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