PRINCIPALI TIPI DI STAMPA
|
TIPOGRAFIA |
|
CALCOGRAFIA (TAILLE-DOUCE) |
|
FOTOINCISIONE (HELIOGRAVURE) | |
OFFSET |
CALCOGRAFIA: sinonimi sono taille douce, gravure, engraving, recess printing, intaglio process; con questa metodica il punzone viene inciso su acciaio dolce (fig. E28) e successivamente temperato per irrigidirlo (fig. E29). In questo procedimento gli incavi imprimono il colore mentre i rilievi dell'incisione (gravure) danno i bianchi; dunque è l'inverso della TIPOGRAFIA. In questo metodo di stampa , sono impossibili da ottenere le grandi superfici uniformi; per avere un fondo unico, bisogna incidere un reticolo molto stretto di linee finissime che danno l'impressione di un fondo uniforme, che però sono distinguibili facilmente usando un lente d'ingrandimento. A partire dal punzone inciso e temperato, si realizza una molletta di trasferimento indurita a sua volta dalla bagnatura. Essa serve a confezionare, per riporto, i cilindri di stampa (figg. N1, N2) chiamati attualmente coni.
La carta umidificata, gommata, tagliata da un cilindro molto lungo,
passa tra un cilindro di stampa e un
cilindro di controstampa.
Il cilindro di controstampa è circondato
da una specie di feltro flessibile chiamato mollettone,
che ha il ruolo di contropartita.
Questo mollettone accompagna anche esso
ogni cilindro di stampa. Deve essere regolato
in maniera perfetta, ma richiede meno preparazione della contropartita
della TIPOGRAFIA. L'umidità della carta
è indispensabile per dare "anima" all'inchiostro. Questo inchiostro
deve essere sempre un pò grasso, oleoso, ma non eccessivamente.
La stampa in CALCOGRAFIA si percepisce,
toccando la superficie del francobollo, come un leggero rilievo rugoso.
Questo procedimento è apparso il 2 marzo 1939 per il francobollo
"Croce Rossa" n° 422. La
T.D. 3 può
stampare dei fogli da 10 a 100 francobolli, dei carnets o delle roulettes.
Il cilindro di stampa è in metallo;
esso riceve i colori da tre rulli inchiostratori
(figg. N3, N4) (fig. N5), alimentati ognuno
da un inchiostro di diverso colore.
Questi
rulli inchiostratori sono in materiale
plastico duro; vengono scolpiti a mano uno per volta, in modo da far apparire
in rilievo le sole parti destinate ricevere un colore preciso, per
depositarlo successivamente sul cilindro metallico di stampa.
Ogni rullo inchiostratore cosi intagliato,
apporta sul cilindro un solo colore in T.D. 3.
Non c'è alcuna sovrapposizione di colori.
Ogni porzione del francobollo riceve il suo colore definitivo.
Un cattivo intaglio dei
rulli inchiostratori
determina uno sfalsamento di colori oppure una sovrapposizione indesiderata;
questa è una causa frequente di varietà.
Quando i colori sono depositati dal rullo inchiostratore
in plastica sul
cilindro di stampa in metallo,
c'è sempre un eccesso di inchiostro. Il fatto è che questo
deve rimanere confinato esclusivamente all'interno delle incisioni della
stampa, motivo per cui c'è bisogno di un sistema di asciugatura;
questa si ottiene mediante un altro cilindro (cilindro
asciugatore) in plastica che agisce sulla superficie del cilindro
di stampa con un movimento di andata e ritorno come un rasoio.
E' questo che fa rimanere l'inchiostro solo all'interno delle incisioni.
La regolazione del cilindro asciugatore
è difficilissima; se l'asciugatura è eccessiva, rimuoverà
troppo inchiostro fino al fondo delle incisioni e si avrà una stampa
difettosa, sbiadita, detta "spogliata".
Se al contrario il cilindro asciugatore
è troppo lasco, lascerà troppo inchiostro sulla superficie
del cilindro di stampa e si avrà una
stampa difettosa per eccesso di inchiostro, troppo "grassa".
Infine, se il cilindro asciugatore per
il suo va e vieni, disperde gli inchiostri, si avranno stampe maculate
con macchie e strisce di colori.
Il cilindro asciugatore è esso
stesso pulito in modo permanente da spazzole ruotanti nel tricoloroetilene.
Il cilindro di stampa riceve quindi i
suoi tre colori, il cilindro asciugatore toglie
l'eccesso di inchiostro e le incisioni del rullo
inchiostratore depositano, sotto forte pressione, il loro inchiostro
sulla carta umida: il francobollo è quindi stampato.
Alla fascia di carta umidificata, si sovrappone una fascia di carta
velina, sottilissima, detta "antimacchia", destinata a proteggere la stampa
fresca.
Il tutto è in seguito dentellato e tagliato in fogli. I fogli,
una volta asciugati, vengono separati uno per uno grazie alla carta velina.
Comporta due gruppi di stampa utilizzanti ciascuno tre colori; nel
primo gruppo, un cilindro metallico riceve tre colori da tre rulli
inchiostratori portanti ognuno un colore. Ma, fatto importantissimo,
il cilindro metallico non stampa i suoi colori sulla carta, ma su un cilindro
di uguale diametro in materiale plastico; è questo cilindro, un
intermediario, che riporterà i suoi tre colori sulla carta.
Questi tre colori servono da tinta di fondo e sono molto mal limitati
tra loro e senza rilievi. Questa stampa mediante il cilindro plastico è
detta TAILLE DOUCE DI RIPORTO ed è
molto simile alla stampa OFFSET.
Un secondo gruppo di tre colori, identico alla stampa T.D.
3, viene stampato direttamente con un cilindro metallico sulla carta
che contiene già le tre tinte di fondo.
Con questo sistema si possono ottenere sovrapposizioni di colori e
creazione di numerose sfumature impossibili con la stampa T.D.
3.
Questo secondo gruppo di tre colori riportati sulla carta direttamente
dal cilindro metallico realizza la TAILLE DOUCE DIRETTA;
essa è costituita da tratti netti in leggero rilievo percepibili
al tatto. La stampa TAILLE DOUCE DI RIPORTO,
effettuata con il cilindro in plastica, si realizza su carta asciutta che
viene in seguito inumidita per subire la TAILLE DOUCE
DIRETTA.
Una volta stampati i sei colori, la carta passa in un tunnel di asciugatura
prima di essere avvolta nuovamente.
Non c'è bisogno di carta antimacchia. La carta viene successivamente
dentellata e tagliata in fogli riuniti all'uscita dalla macchina.
Questa tecnica sofisticatissima è responsabile di numerose varietà:
La prima (R.G.R. 1) è stata collaudata
nel 1974 sullo 0,50 Fr. "Marianna di Béquet" rosso n° 1666,
ma il primo francobollo emesso è stato lo 0,80 Fr. "Marianna di
Béquet" rosso n° 1811 nel 1975.
Questa macchina chiamata anche R.C.S.
(Roto-Color Stampe) crea una stampa a T.D.
3 (con 3 colori), sulla quale si può aggiungere di nuovo
un elemento di stampa in FOTOINCISIONE o in
TIPOGRAFIA.
Essa stampa 800 francobolli per ogni giro del cilindro e può
stampare 20.000 fogli ogni ora.
La dentellatura è assicurata da un cilindro portante 28.000
punte, detto cilindro "a punte" (a riccio).
Esso ha dato luogo a difficili problemi di rigature: alcune punte si
sono rotte, creando spazi senza buchi di dentellatura.
La difficoltà di eliminare i coriandoli creati dalla dentellatura
è stata anche la causa di molti fastidi.
Dopo il 1985, un nuovo apparecchio svedese elimina i coriandoli di
carta ottenuti dalla perforazione.
Una seconda ROTATIVA A GRANDE RENDIMENTO
(R.G.R 2) che stampa con TAILLE DOUCE
A 4 COLORI è entrata in servizio nel gennaio 1986 con il
francobollo tipo "Libertà" n° 2432.
Essa utilizza gli stessi coni della R.G.R.
1.
Nel 1986 e 1987, sono state installate delle nuove macchine da stampa:
TAILLE DOUCE A FOGLI:
esse permettono di associare OFFSET e TAILLE
DOUCE.
Sui fogli dei francobolli stampati con il sistema Taille Douce Rotativa, possiamo ritrovare, a seconda del periodo storico di stampa e del tipo di pressa , 6 segni o numeri stampati sul margine dei fogli stessi:
Il numero di riferimento della stampa è sempre esistito sin dall'inizio dell'uso delle macchine da stampa rotative calcografiche.
La data di stampa è anche esistita sin dall'inizio, ad eccezione del fatto che, dopo un certo tempo, non venne più utilizzata per le emissioni di beneficenza e per i commemorativi.
Gli altri 4 segni o numeri citati precedentemente hanno subìto molte variazioni nel corso degli anni:
La prima stampa mediante macchine da stampa rotative calcografiche
avvenne il 22 marzo 1929; il francobollo in questione fu il 10f "La Rochelle".
I fogli presentavano soltanto 2 segni identificativi, il
numero di riferimento della stampa e la
data di stampa. Tutti i francobolli
vennero stampati mediante "macchine a 3 colori" (macchine che erano in
grado di produrre francobolli aventi fino a 3 colori differenti mediante un processo di rilascio degli
inchiostri su parti diverse del cilindro di stampa).
Venne aggiunto un nuovo segno identificativo, che
prende l'aspetto di
"I C 2"; la lettera "I" venne sempre utilizzata con il significato di "indicatif";
"C" si riferiva all'operatore della macchina da stampa e "2" era il numero
della stessa macchina. Questo numero di riferimento era
stampato a caratteri in grassetto e i primi fogli di francobolli su cui vennero
applicati furono quelli per Andorra francese del 29 aprile 1933 e per la
Francia del 20 giugno 1933 (2f "Arco di Trionfo").
Il numero di riferimento è stato utilizzato fino all' 8 gennaio 1964.
Non si sono osservati nuovi segni identificativi ma la scomparsa della data di stampa per le emissioni di beneficienza e i commemorativi. L'ultima data conosciuta è il 17 luglio 1941 per il francobollo da 1f + 1f "Francia d'Oltremare". Questo sistema è rimasto immodificato fino ad oggi.
Nessuna ulteriore variazione eccetto la comparsa di segni aggiuntivi (.) (:) per ciascuno dei 3 fogli stampati per ogni rivoluzione del cilindro di stampa..... 1, 2 o 3 puntini ( ). I primi fogli di francobolli così marcati furono il 6f "Andorre la Vieille" di Andorra francese (19 luglio 1945) e il 10f "Marianna di Gandon" di Francia (13 febbraio 1946). Il sistema dei puntini è stato utilizzato fino al 1948.
I puntini furono sostituiti da un
sistema di linee; 2 linee per il 1° foglio ( || ), 1 linea
per il 2° foglio ( | ) e nessuna linea per il 3° foglio ( ).
Questo sistema fu osservato per la prima volta sul 200f di posta aerea di
Francia stampato il 10 febbraio 1948 e continua anche attualmente.
Non si verifica alcuna variazione dei segni identificativi ma compare un segno del giro della macchina addizionale, stampato sulle vignette vuote che appaiono in alto e in basso o ai lati del foglio, dello stesso formato del francobollo. Questo modello venne introdotto per prevenire le contraffazioni mediante l'utilizzo di queste vignette bianche, gommate e perforate delle stesse dimensioni del francobollo. Il numero di riferimento della stampa e il riferimento dell'identità dell'operatore sono stampati nella parte superiore di una di queste vignette, mentre la linea (o le linee) di riferimento del foglio è visibile accanto a una delle vignette.
Non si verifica alcuna variazione dei segni
identificativi. Vengono introdotte le nuove macchine di
stampa a 6 colori; queste macchine producono numeri
di riferimento della stampa che imitano quelli delle macchine
di stampa a 3 colori. A partire dalla loro introduzione, un segno
elettronico venne incorporato su uno dei 3 fogli stampati e ciò si verifica anche attualmente.
I primi francobolli stampati con queste macchine furono quelli della serie di
Francia "uccelli", mancanti delle date di stampa
(coins-datés), del novembre 1960.
Il primo ad essere datato fu il francobollo di Francia "Marianna di Cocteau" (7 febbraio 1961).
Il numero di riferimento della stampa
ora appare in caratteri sottili e non più in grassetto, assumendo la configurazione del
tipo "I D 4"; "I" corrisponde a "indicatif", "D" corrisponde alla 4a lettera
dell'alfabeto, cioè alla 4a macchina di stampa
e anche "4" corrisponde alla 4a macchina di stampa.
Non si osserva più alcun riferimento dell'identità dell'operatore.
Questo nuovo sistema ha esordito il 9 gennaio 1964 (1f "Le Touquet")
ed è sopravvissuto fino al luglio del 1964.
Il numero di riferimento della stampa ora indica il tipo macchina di stampa.
per esempio | TD 3 4 = | Taille-Douce | 3 | colori | macchina di stampa | 4 |
TD 6 2 = | " | 6 | " | " | 2 |
Questo sistema ha esordito il 1° gennaio del 1964 per entrambi i tipi di macchine di stampa ed è in uso ancora oggi.
Compare il nuovo riferimento della stampa "RGR" - "Presse rotative à grand rendement" (Presse rotative ad alto rendimento), che esordisce il 25 luglio 1975 con il francobollo della serie ordinaria da 80c. rosso "Marianna di Bequet". Questo sistema è attualmente in uso.
Attualmente tutti i fogli stampati hanno i seguenti segni identificativi:
FOTOINCISIONE (HELIOGRAVURE):
questo procedimento è stato utilizzato tardissimo dalla stampa;
in passato i francobolli in FOTOINCISIONE
sono stati commissionati all'industria privata.
Il più vecchio è il francobollo dell'Esposizione Coloniale
del 1931 "Le stirpi" n° 274, commissionato alla Tipografia
Vaugirard.
Numerosi interi sono stati stampati con questo metodo, anche essi commissionati
all'industria privata. Il primo francobollo emesso dal Poligrafico di Stato
(Atelier) è lo 0,20 Fr. "Blasone di
St. Lo" del 1966 n° 1503, sebbene i primi cilindri
siano stati preparati per l'industria privata.
Il francobollo "Giochi Olimpici di Grenoble" n° 1520 è il
primo in FOTOINCISIONE interamente concepito
dal Poligrafico di Stato nel 1967.
La stampa in FOTOINCISIONE inizia a partire
da un bozzetto, senza passare da un punzone.
Non c'è un incisore per i francobolli stampati con questo metodo.
Qui, come nel
TAILLE DOUCE, sono gli incavi
che stampano e i rilievi che danno i bianchi, ma le tonalità di
colore o dei bianchi sono ottenute a partire da procedimenti fotomeccanici
molto complessi e questo moltiplica le cause di errori e dunque le possibilità
di creare varietà.
La stampa in FOTOINCISIONE è facile
da riconoscere con la lente di ingrandimento. I tratti sono costituiti
da una moltitudine di minuscoli punti uniti ma che, ad occhio nudo, danno
l'impressione di un tratto continuo per giustapposizione.
La stampa si effettua in rotativa con cilindri metallici.
Ogni colore richiede la fabbricazione di un cilindro metallico che
depositerà unicamente questo colore. I fogli sono da 25 a 100 francobolli,
ma possono essere stampate anche roulettes e carnets.
Per ragioni tecniche la FOTOINCISIONE richiede carta bianca, brillante, detta carta patinata, che permette di riconoscere i francobolli stampati in FOTOINCISIONE al semplice sguardo e al tocco.
La pressa messa in funzione al Poligrafico di Stato nel 1966 (Hél.
1) era concepita per stampare in 5 colori; un sesto cilindro era
stato aggiunto nel 1961.
Una seconda pressa stampante in 6 colori (Hél.
2) è stata messa in funzione nel dicembre 1969.
Una terza pressa (Hél. 3) ha cominciato
a stampare nel 1984.